Alla fine Cristina Kirchner non aveva un tumore. Questo l’inaspettato risultato dell’intervento subito per rimuovere un sospettato tumore alla tiroide. La conclusione dei medici curanti è che la diagnosi aveva rilevato un caso di “falso positivo”, una possibilità stimata attorno al 2%. La neo rieletta presidente argentina può tirare un sospiro di sollievo anche perché non dovrà seguire la chemioterapia post operatoria e riprenderà nei prossimi giorni le sue funzioni.
Il cancro ha colpito in questi ultimi tempi altri simboli del rinnovamento politico in America Latina: il presidente del Paraguay, il sacerdote Fernando Lugo, Hugo Chávez, Presidente bolivariano del Venezuela e Dilma Rousseff, attuale presidente brasiliano. Lugo, dopo un intervento chirurgico in Brasile, è tornato ad esercitare pienamente i suoi poteri e a impegnarsi nella vita politica del paese. Chavez è stato operato a Cuba e si è sottoposto per ora a quattro cicli di chemioterapia nel suo paese.
Anche Lula è ancora sotto cura chemioterapia dopo l’intervento alla laringe e Dilma Rousseff si è recuperata totalmente prima ancora di essere stata eletta presidente. Tutti sono stati operati e hanno seguito le cure in America Latina. Una gestione della malattia che diventa segnale politico forte e anche fede nella scienza e nella professionalità dei medici locali. La malattia è una contingenza drammatica che la politica mette sempre in conto, ma la differenza con altre situazioni simili del passato è stata la scelta di far conoscere all’opinione pubblica la situazione senza veli, di minimizzare la sofferenza e di raccontare in prima persona la lotta che stanno combattendo contro il male.
Fino a qualche anno fa, le cure di qualsiasi presidente della regione sarebbero avvenute nelle grandi cliniche private statunitensi, oggi Lugo, Lula e Dilma a Sao Paolo, Chávez all’Avana e Cristina Kirchner a Buenos Aires riaffermano anche con la loro scelta che il destino dell’America Latina si gioca “in casa”, perché nel subcontinente in realtà non mancano né le competenze né le strutture, è sempre mancata la fiducia. Questa non è una novità da poco, perché ci racconta come anche sul piano personale, le distanze tra i paesi dell’America Latina e il Grande Fratello del nord siano sempre più marcate.
laura
17 January 2012 at 11:07
l’america latina è un grande paese un paese che è più orgoglioso dell’italia e senz’altro migliore perchè lotta e vince
Andrea Piazza
19 January 2012 at 16:24
Lotta e vince non sempre, ma ultimamente su alcune cose la spunta mica male…