foto di Sim Chi Yin
Non appena il sole cala sul cielo grigio di smog di Pechino. Sotto un anonimo appartamento bordeaux, Jiang Ying, 24 anni, si stiracchia sul sul letto dopo aver dormito tutto il giorno. Il giorno è la notte e la notte è il giorno. In un mondo senza finestre, vive tre piani sotto la superficie della città.
Minuta e con i capelli sparati, Jiang Ying è una del milione di lavoratori migranti che si stima abitino il sottosuolo di Pechino. Come i milioni di cinesi che arrivano nella capitale da tutto il Paese con sogni di rivalsa, ha lasciato Pinyin, una regione autonoma a nord della CIna, tre anni fa e ora lavora in un bar nel cuore della nightlife pechinese. Ma nonostante ciò, fa fatica a far quadrare i conti.
A fronte degli altissimi prezzi degli immobili, la clandestinità è spesso l’unica opzione per questa legione di lavoratori sotto salariati, che costituiscono un terzo della popolazione di Pechino.
Rossella
25 July 2012 at 07:54
Questo MONDO, questo modo di vivere,FA SEMPRE PIU’ PAURA ,sono ignorante non parlo e/o leggo l’inglese, ma tutto ciò mi toglie la speranza di un mondo migliore ,per tutti, ALLA LUCE DEL SOLE .ci riduciamo a diventare macchine per sopravvivere in un vortice di folle produzione, muore la luce dentro di noi….. non basta più neanche la Preghiera.
Mirko
26 July 2012 at 00:46
RACCAPRICCIANTE, MA PURTROPPO ANCHE REALE,COMUNQUE LA COLPA IN PRIMA PERSONA CE L’HA SEMPRE E COMUNQUE L’UOMO COME COME SEMPRE RENDE TUTTO UNO SCHIFO.